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La policy aziendale per prevenire gli insoluti gravi

Alcuni elementi variabili del credito in sofferenza consentono di gestire con più efficacia il credito insoluto

Gli elementi comuni a tutti i crediti, da tenere in considerazione per l’introduzione di policy efficaci atte a prevenire il cronicizzarsi di situazioni di insoluto in azienda sono almeno tre

  • il valore del credito;
  • la circostanza che il debitore sia o meno un cliente commercialmente ancora attivo;
  • l’esistenza o meno di una contestazione.

A seconda della combinazione di questi tre elementi andranno calibrate le azioni e la policy aziendale sulla gestione del credito.

Un rapporto convenzionale che consenta allo studio legale di collaborare con l’azienda anche in una fase molto precoce e preventiva dell’insorgenza di situazioni di insolvenza, consentirebbe di predisporre i prospetti per la raccolta di dati che, combinando differentemente questi elementi consentendo al settore amministrativo di segnalare tempestivamente le situazioni di sofferenza e di intervenire nel modo più adeguato.

Chi gestisce il recupero del credito in azienda, con il tempo, raccogliendo continuativamente questi dati, potrebbe acquisire la giusta sensibilità su come gestire l’insoluto, aiutato in questo dall’avvocato anche per limitare al massimo il suo intervento ai casi in cui è necessario.

Il primo criterio fondamentale su cui basare la classificazione delle posizioni debitorie nel prospetto è la circostanza che il credito sia oggetto di contestazione o meno, mentre le altre due variabili – valore del credito e persistenza dell’attività commerciale del cliente si potranno combinare, differentemente nell’una o nell’altra eventualità, per decidere e farne discendere le azioni da svolgere.

Come prevenire gli insoluti in azienda

Infatti per il credito contestato l’obiettivo primario dell’azienda, che intenda prevenire gli insoluti, è il riconoscimento di debito (preferibilmente scritto, magari attraverso uno scambio di mail), sulla sua esistenza e sulla somma non contestata.

Nel caso si dovesse passare ad una gestione giudiziale del credito, infatti questo riconoscimento costituirà l’elemento centrale delle azioni successive.

È evidente che dove non si riesca ad ottenere il riconoscimento del debito, la scelta se intraprendere l’azione legale sarà condizionata soprattutto dal valore del credito e basata sulla bontà delle contestazioni e sulla pericolosità che esse potrebbero rappresentare in caso di giudizio in contraddittorio.

In caso il cliente non sia più attivo commercialmente l’attività di gestione dell’insoluto e di recupero del credito e persino l’avvio dell’eventuale azione legale deve essere rapida e tempestiva.

Il debitore che si trovi in situazione di difficoltà e non abbia più bisogno dei servizi dell’azienda infatti, tenderà a non considerare prioritario il pagamento di quel debito rispetto ad altri.

La considerazione e la distinzione dei crediti in sofferenza, attuata dal settore amministrativo dell’azienda in relazione al valore del credito, infine, consente di differenziare ulteriormente la tempistica e la qualità delle azioni da compiere nella gestione del credito insoluto.

Se è vero che per i crediti modesti il costo dell’azione legale (ricorso per decreto ingiuntivo, copie e notifica dell’atto di precetto), è probabilmente inopportuno e antieconomico, va individuata la soglia al di sotto della quale l’azione risulta comunque statisticamente proficua.

Questa classificazione, infatti, deve tenere conto:

  • da un lato, del fatto se l’azione è esente da tutta una serie di voci spesa (marche, notifica, tassa sull’apposizione della formula esecutiva sul titolo);
  • dall’altro, proprio perché si tratta di valori modesti, del fatto che le percentuali di recuperabilità sono statisticamente più alte e spesso consentono di recuperare anche le spese legali benché con piani di rientro dilazionati.

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